-3rd of April, 2021

A più di un anno dall’inizio dall’inizio di una delle crisi più complesse dai tempi della seconda guerra mondiale, la nostra risposta alla pandemia è sempre la stessa. In un periodo di tempo molto breve nei primi mesi del 2020, un certo tipo di risposta alla diffusione globale di un nuovo patogeno si è rapidamente imposto come quella che alcuni chiamano la “nuova normalità”.

Appena la si guarda più da vicino, questa nuova normalità appare tanto frammentata e contraddittoria quanto quella vecchia, e altrettanto capitalista se non peggio, ma alcune idee e alcune pratiche, sia personali che politiche, si sono rapidamente diffuse in tutto il pianeta, un po’ come il virus che dovevano combattere. Nonostante la tremenda complessità di quella che è una crisi globale, questo nuovo sistema si basa su pochi concetti, i quali devono essere tutti accettati se non si vuole essere accusati di volere che la gente muoia.

Per più di un anno questo discorso ha dominato la politica, il dibattito pubblico, e anche le nostre vite personali, con immensi sforzi e sacrifici sia individuali che collettivi messi nel suo sviluppo e nella sua implementazione pratica.

La storia è molto semplice, e si basa su un “consenso scientifico” apparentemente solido e molto propenso allo studio delle malattie contagiose, dei dati e di altre oscure cose che all’improvviso sono diventate verità evidenti: c’è un nuovo virus, è molto contagioso e può causare malattia e morte, e il distanziamento sociale era l’unico modo di contenerne la diffusione fino a che la popolazione viene vaccinata, almeno ufficialmente e in alcuni casi a qualunque costo.

Dopo più di un anno di questa tristissima storia in cui più di centomila persone sono comunque morte, è quasi meglio non parlarne troppo, e dopo tutto il dolore, tutti i problemi e tutta questa noia, è comprensibile che si voglia pensare ad altro. In ogni caso, lo sappiamo tutti che siamo quasi alla fine, che è stata tutta un po’ una fregatura e che, esattamente come è successo tutte le altre volte in cui simili discorsi totalizzanti sono sfuggiti di mano, un giorno faranno tutti finta di niente, e a noi rimarranno i cocci di questo anno assurdo.